La rabbia verso se stessi è la conseguenza di una, spesso spietata, autocritica.
Ci giudichiamo per un errore fatto, per un’azione sbagliata, per una scelta che ha portato, nella nostra vita o nella vita di qualcun altro, delle conseguenze negative da affrontare.
Oppure ci critichiamo perché non riusciamo a fare qualcosa, non riusciamo a raggiugere un obiettivo o, ancora, perché pensiamo di non essere all’altezza, di non essere sufficientemente bravi o belli, o perché crediamo di non essere in grado di soddisfare le aspettative di persone significative per noi.
In tutte queste situazioni la rabbia verso noi stessi nasce e lo fa con un buon intento: vuole spingerci a cambiare per evitarci di soffrire.
Il suo intento è quello di proteggerci dai giudizi, dalla disapprovazione, dall’esclusione, dalla derisione altrui… Vuole spingerci a sviluppare abilità, competenze che ci permettano di realizzarci e di essere felici nella vita e nelle relazioni.
Peccato però che spesso questa emozione, nella quale vive una potente energia di trasformazione, venga usata male.
La rabbia verso se stessi può diventare un’occasione per farsi del male.
Se da piccoli abbiamo imparato che quando mamma e papà si arrabbiavano con noi ne seguivano delle punizioni, ecco che oggi queste potremmo infliggercele da soli ogni volta che ci riteniamo colpevoli di qualcosa: di aver sbagliato, di essere inadeguati, di non essere all’altezza o abbastanza belli, ecc.
I modi in cui possiamo punirci sono vari:
- potremmo farlo direttamente attraverso gesti contro noi stessi come il mangiare continuamente cose che sappiamo farci male o altri atti autolesionistici,
- o indirettamente attraverso scelte che ci impediscono di migliorare la nostra vita come ad esempio il rimanere in una relazione o in un lavoro che non ci piace più, l’evitare di prenderci cura dei nostri bisogni,…
- o, ancora, attraverso comportamenti che spingono altre persone a trattarci male o ad approfittarsi di noi. Pensiamo ad esempio a quando alziamo muri di silenzio o a quando mettiamo in atto atteggiamenti di sfida con qualcuno o a quando non riuscendo a mettere dei confini funzionali permettiamo all’altro di offenderci, di umiliarci, di sminuirci, o a quando non riuscendo a dire di no permettiamo all’altro di usarci, di dare per scontato il nostro tempo, la nostra presenza, ecc.
Quando usiamo così la nostra rabbia difficilmente vivremo una vita e delle relazioni felici e realizzanti, al contrario amplificheremo solo il nostro malessere.
Quest’ultimo ci porterà facilmente a sbagliare nuovamente, cosa che ci riporterà a soffrire e a punirci ancora e ancora in un ciclo vizioso senza fine.
Un ciclo fatto di errori, rabbia, punizioni più o meno consapevoli, sofferenza, nuovi errori, rabbia, punizioni… e così via.
Per approfondire l’argomento ti consiglio di leggere anche questo articolo: quali sono i sintomi della rabbia repressa e come affrontarla.
Rabbia verso se stessi: come interrompere il ciclo distruttivo
Per interrompere il ciclo distruttivo della rabbia verso se stessi la prima cosa che abbiamo da tener presente è che questa nasce da un’autocritica.
Autocritica che ha un unico scopo: proteggerci!
Il nostro critico interno fa in modo che, con il nostro agire, rispettiamo tutte le regole che abbiamo appreso e interiorizzato nel corso della nostra vita. Regole a cui erroneamente abbiamo legato la nostra felicità.
L’autocritica svolge il suo compito di protezione osservando in modo autoritario e rigido ogni nostra azione, ogni nostro comportamento, ogni nostra parola.
Ciò che cerca sono i nostri “errori” ovvero dove con il nostro agire ci discostiamo dalle nostre regole che avrebbero da garantirci il benessere. È per questo che spesso nel muoverci nella Vita ci sentiamo insicuri.
E più le nostre regole interne sono rigide nel dirci come abbiamo da essere, come abbiamo da comportarci, come abbiamo da rispondere in determinate situazioni e più le critiche e la conseguente rabbia verso noi stessi sono feroci.
Ti risuona tutto questo? Se sì sappi che posso darti una buona notizia.
Essendo tutto dentro di noi possiamo decidere di non continuare ad essere più la causa della nostra sofferenza, ma possiamo scegliere di diventare la soluzione di tutti i nostri problemi.
Non la trovi una cosa meravigliosa?
Può anche essere che abbiamo sbagliato e che effettivamente dai nostri errori siano derivate delle conseguenze negative per la nostra vita o per la vita di qualcun altro, ma ciò non toglie che noi siamo comunque l’unica persona che può affrontare e sciogliere la sofferenza che questo può aver provocato.
Solo noi possiamo affrontare, fuori e dentro di noi, le conseguenze degli errori commessi. Siamo gli unici ad avere il potere di imparare dagli errori commessi per poi agire scelte migliori.
Noi e solo noi siamo la soluzione.
Per arrivare qui però la Vita ci chiede di sospendere il giudizio per lasciare spazio all’energia dell’amore.
La rabbia verso sé stessi ci richiede di prenderci cura delle nostre fragilità
Smettere di giudicarci per arrivare a trasformare il nostro critico interiore da peggior nemico ad alleato, cosa che permetterà di ri-connetterci all’amore per noi stessi e al nostro potere personale, ci richiede di prenderci cura della nostre vulnerabilità.
Provare rabbia verso se stessi è “solo” l’effetto di un’autocritica che ha come intento proprio quello di proteggere le fragilità che ci abitano.
Ecco perché per trasformarlo in alleato ciò che abbiamo da fare è prenderci cura di noi stesse.
Abbiamo da portare nella nostra vita parole come amorevolezza, gentilezza e comprensione. Tutte cose che parlano di accettazione, accoglienza e amore.
Quanto, da piccoli, avremmo voluto trovare tutto questo negli adulti che avevamo accanto?
Oggi quell’adulto, che accoglie e comprende, possiamo diventarlo noi per noi. Solo così potremmo finalmente trasformare tutta quella rabbia in amore. Solo così ritireremo la delega che abbiamo dato a chicchessia di farci sentire importanti.
Questo è l’unico modo che abbiamo per uscire dalla trappola del bisogno che qualcuno ci riconosca, ci ami, ci apprezzi, ci approvi, ci riconosca, ecc.
Tutte cose che ci portano a mettere in dubbio noi stesse e che ci portano ad arrabbiarci ferocemente sia con noi che con gli altri.
Trasformare la rabbia verso sé stessi in amore per sé stessi
Questo passaggio da rabbia contro di noi ad amore ci richiede di osservare, accogliere, comprendere e abbracciare le nostre fragilità.
Per iniziare possiamo usare delle buone domande che ci guidano proprio in questa direzione.
Ogni volta che senti nascere rabbia verso te stessa chiediti:
Per cosa mi sta criticando il mio critico interiore?
Questo modo di porti la domanda ti disidentifica da questa parte di te.
Ti permette di vederla come un personaggio della tua vita che puoi osservare e non più come quella parte di te detentrice di verità assolute.
Chiediti poi: è vera questa cosa per cui mi ha criticata?
Per osservare al meglio, apriti al dubbio e alla curiosità chiedendoti: quali sono le evidenze oggettive che confermano che è questa cosa è vera?
E subito dopo chiediti anche:
quali sono invece le evidenze oggettive che la smentiscono?
Questo ti permetterà di osservare la (tua) realtà in modo più veritiero
Se la risposta è “no” chiediti:
Come posso lasciar andare questa critica che non mi appartiene?
Cosa puoi dirti di nuovo e diverso? Con quali parole gentili, amorevoli e supportanti puoi accompagnarti a cambiare visione su quella cosa?
Se la risposta è “in parte” chiediti:
Come posso migliorare questo aspetto?
Cosa puoi dirti di nutriente e supportante in questo caso? Come puoi darti fiducia nel coltivare quel miglioramento?
Qualora invece fosse vera chiediti:
La cosa per cui il critico mi sta criticando ha originato conseguenze gravi a me o a qualcuno attorno a me?
- Se la risposta è sì chiediti: come posso rimediare? E agisci subito le azioni correttive. Questo ti farà sentire bene e ti restituirà stima e senso di valore
- Se la risposta è no anche in questo caso chiediti: come posso lasciar andare questa critica?
Queste sono domande potenti che ti aprono alla consapevolezza permettendoti di coltivare i primi cambiamenti che ti porteranno a sentirti già più serena e in pace con te stessa.
Il mio consiglio è di vivere questo processo con curiosità e apertura, atteggiamenti che permetteranno sempre più alla Meraviglia che sei di emergere.
E con lei facilmente nasceranno anche l’amore, la stima per te e il senso del tuo valore.
Buona esperienza, io tifo per te.
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