La perdita di una persona cara può essere destabilizzante soprattutto se con lei abbiamo condiviso “gioie e dolori” e se a lei, alla sua presenza nella nostra vita, avevamo in qualche modo legato la nostra felicità. 

Quanto la presenza di questa persona ci dava sicurezza, forza e riempiva di significato la nostra vita?

Se la sofferenza è tanta, probabilmente tanto era anche il benessere che lei portava nella nostra esistenza. Eppure, una volta vissuto il sacrosanto dolore, possiamo far sì che questo non si trasformi in sofferenza.

Come trascendere la sofferenza della perdita di una persona cara

La sofferenza della perdita di una persona cara, può essere trascesa se comprendiamo il significando profondo che la sua esistenza ha portato nella nostra vita.

Come esseri umani non siamo solo un corpo. In noi vivono anche mente, emozioni e cuore (anima). È attraverso tutto questo che continuamente agiamo e interagiamo con noi stessi, gli altri, la Vita.

In ogni momento e incontro portiamo chi siamo. Relazionandoci con gli altri ciascuna “parte in gioco”, ha la possibilità di scoprire sempre un qualcosa in più di sé e dell’altro. Queste sono consapevolezze che troppo spesso, incapaci di ascoltarci in profondità, ci sfuggono.

Sia nel vivere che nel perdere una persona cara, infatti, facilmente la mente impaurita sbraita dove il cuore sussurra. Sentire la voce di quest’ultimo non è facile.

Ma cosa succerebbe se iniziassimo a dargli spazio? Soprattutto quando il perdere una persona cara ci ha rimesso in contatto con lui, cosa potremmo scoprire di noi e dell’altro se veramente facessimo silenzio nella nostra testa?

cuore farsi spazio

Cosa cambierebbe nella nostra vita e come cambierebbe la nostra vita se sentissimo che con il suo “andare” questa persona ci ha lasciato un qualcosa di prezioso, un testimone da portare nel mondo attraverso chi siamo diventati proprio GRAZIE a lei?

Vivere quella persona inevitabilmente ci ha cambiati.

Riconoscere quello che con la sua presenza ci ha donato e farne un buon uso significa trovare il grande senso che il suo esserci ha avuto. Fare buon uso di questa consapevolezza spetta solo a noi.

La perdita di una persona cara: onorare lei vivendo il meglio di noi 

Vivere le persone ci trasforma. Saper riconoscere chi siamo diventati, grazie alla relazione con l’altro è fondamentale. Ci permette di portare concretamente nel mondo questo nostro cambiamento.

Riconoscere e agire ciò che siamo diventati è il modo migliore che abbiamo per celebrare sia la persona che quella che è stata la sua presenza nella nostra vita. 

  • Chi siamo diventati grazie a lei?
  • Quali qualità, capacità, abbiamo sviluppato?
  • Cosa abbiamo imparato dalla sua presenza?
  • Quali esperienze abbiamo fatto con lei e per lei?
  • Che risorse e che forza abbiamo sviluppato da questi vissuti?
  • Chi saremo ora, se lei non ci fosse stata?

Ogni risposta è una consapevolezza e ogni consapevolezza è un dono che ci richiede di essere vissuto.

È agire concretamente quel dono, è il portare nel mondo il meglio di chi siamo diventati grazie a questa persona, che onorerà sia la sua presenza nella nostra esistenza, che la sua assenza. Questo ci permetterà anche di trascendere la sofferenza che si trasforma in pienezza perché diventa senso, scopo, significato.

Cosa possiamo portare di noi nel mondo grazie all’esperienza di aver vissuto questa relazione?

panchina verde parco

Sofferenza o pienezza dipendono da dove mettiamo il nostro sguardo.

Perdere una persona cara è sicuramente un qualcosa di impegnativo. Facilmente, soprattutto nei primi tempi, il nostro pensiero andrà a lei e alla sua assenza. E altrettanto facilmente, in questi casi, percepiremo tristezza e dispiacere.

Quando succede è importante che ci ricordiamo che le nostre emozioni dipendono sempre e solo da noi. Sono la conseguenza di dove, più o meno consapevolmente, poniamo il nostro sguardo.

Se mettiamo la nostra attenzione esclusivamente sulla perdita inevitabilmente ricontatteremo la sofferenza.

Ma cosa succederebbe se spostassimo il nostro sguardo sui doni che ci ha lasciato? È probabile che in noi ritorni la serenità.

Serenità che si origina dalla gratitudine per ciò che questa persona ha portato nella nostra esistenza. Guardare al dono, riempie quei momenti di bellezza, di pienezza, di significato, di Amore.

Ciò che proviamo lo creiamo noi.

Per approfondire leggi anche: da cosa nasce la paura di morire e consigli utili per superarla

A quali pensieri decidiamo di dare spazio?

Qual è la nostra intenzione quando scegliamo di soffermarci su un ricordo? Vogliamo solo perderci nel dispiacere pensando a cosa abbiamo perso o lo facciamo per dare e riconoscere il valore di quello che abbiamo avuto l’opportunità di imparare?

Quando, quanto, come e perché soffermarci su un ricordo dipende solo da noi. Ciò che percepiamo poi è solo l’effetto di questa nostra scelta. Decidere di farci travolgere dalle emozioni negative o di spostarci nel costruttivo è ciò che renderà la nostra esistenza vuota o ricca di senso.

Nessuno se ne va veramente se vive attraverso di noi.

Viviamo nella cultura del giudizio e del senso di colpa. Per mia esperienza sia personale che professionale, mi sono resa conto di quanto – se non si soffra in un certo modo e per un certo periodo di tempo per la perdita di una persona cara – si possa incorrere nel giudizio.

Se non stiamo male è come se negli altri o in noi si insinuasse l’idea di non aver mai amato veramente quella persona.

Ti è mai capitato, ad esempio, di provare delusione o di giudicare chi non piangeva la morte di una persona cara? Oppure ti è mai successo di criticare, anche solo dentro di te, chi entrava in un nuovo rapporto sentimentale “solo” qualche mese dopo essersi lasciato con il partner precedente?

E se queste situazioni sono successe a te ti è mai capitato di sentirti in colpa per non aver pianto o per esserti dato una nuova possibilità relazionale?

Dalla nostra cultura potremmo aver imparato che ci sono momenti e tempi i cui è necessario soffrire, ma ci siamo mai fermati a riflettere su cosa pensiamo noi in merito?

Solo noi sappiamo quanto amore abbiamo provato e ancora proviamo per quella persona.

mara carraro nostalgia

Ricordarla costantemente con sofferenza, fermarci esclusivamente sulla mancanza, è un po’ come sprecare tutti i doni che con la sua presenza ci ha dato. Ma sprecare sia i doni che l’opportunità di farli vivere attraverso di noi non è amore. In tutti questi momenti non la stiamo né amando né celebrando.

Stiamo solo trattenendo tutto ciò attraverso cui, invece, potremmo ancora farla vivere in noi e fuori di noi.

Guardiamo al frutto che abbiamo tra le mani, non buttiamolo, non lasciamolo andare a male. Gustiamolo per primi e condividiamone la bontà e la bellezza con il mondo.

La perdita di una persona cara: dare un senso della sua presenza

Le persone e le anime non si incontrano a caso. Ognuna ha un messaggio da portare all’altra. Se ci apriamo ad accoglierlo e a farlo vivere attraverso di noi, allora diamo un senso sia alla sua presenza nella nostra vita che alla sua presenza in questo mondo.

Lei ha scelto noi!

Solo “nell’eccomi” possiamo dare valore a questo incontro e solo così possiamo riconoscere che sia nell’avere che nel perdere una persona cara nulla è stato sprecato.

Nel nostro “sì” presenza e assenza avranno avuto la possibilità di manifestare il loro senso nella nostra vita. Senso per il quale non potremmo che ringraziare quella persona.

gratitudine cuore foglia

Dietro ogni evento, anche in quello più impegnativo, si nasconde sempre almeno una grande opportunità e un importante insegnamento. Solo se viviamo tutto ciò che ci succede con apertura, fiducia e amore possiamo coglierli e farli nostri per diventare persone migliori.

E per essere in grado di farlo nei momenti “negativi” alleniamoci fin da ora a cogliere il costruttivo in ogni cosa, evento, situazione, persona.

Impariamo, già da oggi, a prendere tutto ciò che la Vita e le persone hanno da offrirci affinchè quando arriviamo a vivere situazioni complesse come può essere il perdere una persona cara ciò che si palesi dentro sia solo un grande GRAZIE in cui vive un profondo significato.

Per concludere, un dono…

“Se c’ è un potere nell’ odio, c’è un potere nell’ amore.
Se c’è un potere nel silenzio, c’è un potere nelle parole.
Se c’è un potere nell’oscurità, c’è un potere nella Luce.
Se c’è un potere nell’ assenza, c’è un potere nella presenza.
Se c’è un potere nella guerra, c’è un potere nella Pace.
Se c’è un potere nella violenza, c’è un potere nella carezza.
Se c’è un potere nella forza, c’è un potere nella fragilità.
Dunque, non è il potere la differenza
E non è il potere l’arcano, l’enigma, il mistero
Ma il frutto che ti resta tra le mani.
Non il seme, non la pianta: Guarda il frutto.”
– Luciana Landolfi –

Queste potenti parole sono uno dei tanti doni che Luciana Landolfi, poetessa, scrittrice e Maestra Alf, con la sua Presenza ha donato al mondo.

Non il seme, non la pianta, guardiamo il frutto!

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