Se vogliamo guarire le ferite del passato abbiamo da capire prima di tutto cosa sono: si tratta di un insieme di emozioni causate da un evento esterno.
Sono la conseguenza di come abbiamo vissuto quell’evento e del significato che gli abbiamo attribuito.
Tutti ci portiamo dal nostro passato delle ferite che ancora oggi ci fanno soffrire. A volte ne siamo consapevoli, altre volte no.
Se riusciamo sia a dare un nome a ciò che proviamo, sia a ricollegare quel sentito a un qualcosa che è effettivamente successo nella nostra vita, allora possiamo dire di essere consci di aver sperimentato quell’emozione in quella determinata situazione.
Potremmo, ad esempio, avere ben chiaro di esserci sentiti rifiutati quando non siamo stati invitati alla festa di quel nostro amico, o di esserci sentiti abbandonati quando il nostro partner ci ha lasciati.
O ancora, di esserci sentiti traditi quando nostra madre non ha mantenuto la promessa che ci aveva fatto, o umiliati quando la maestra ci ha presi in giro davanti a tutta la classe per un errore fatto, o trattati ingiustamente quando qualcuno ci ha incolpati di qualcosa che in realtà non avevamo commesso.
Le ferite inconsce, al contrario, sono quelle che ciclicamente arrivano ad impattare la nostra vita. A queste però non sappiamo dare né un nome né una collocazione nel tempo.
Se ci sono dei periodi in cui ci sentiamo poco sereni, tristi, ansiosi o turbati senza sapere perché, è probabile che in questi stati emotivi si nasconda un qualcosa di legato alla nostra storia.
Questo vale anche se periodicamente si ripresentano situazioni che non ci sappiamo spiegare, come ad esempio relazioni che si concludono in un certo modo, caratteristiche dei partner che troviamo, comportamenti degli altri con cui entriamo in contatto, ecc.
Le ferite del passato possono avere origini molto lontane
Tutti noi abbiamo una storia. Dal nostro passato ci portiamo sia ricordi felici che ferite che ci hanno fatto e ci fanno soffrire. E la nostra storia inevitabilmente è strettamente legata a quella dei nostri genitori.
Sono loro i primi con cui siamo entrati in contatto ed è con loro che abbiamo vissuto le nostre esperienze formanti.
Generalmente facciamo risalire l’origine delle ferite del passato al periodo della nostra infanzia, in realtà fin dalla pancia della mamma percepiamo sia a livello fisico che emotivo, tutto ciò che lei prova.
Le emozioni che lei vive durante la gravidanza e subito dopo la nostra nascita, inevitabilmente diventeranno un qualcosa che si imprimerà in noi a livello cellulare.
Già da qui possono originarsi diverse ferite emotive.
- Siamo stati bambini voluti?
- Eravamo del sesso desiderato?
- Quando siamo stati concepiti com’era il rapporto tra i nostri genitori?
- Quando siamo nati il contesto era sereno o conflittuale?
- I nostri genitori c’erano per noi?
- Ci hanno trasmesso sia con le parole che con gli atteggiamenti i “messaggi dei buoni genitori”?
Da bambini dipendiamo completamente dalle cure dei nostri genitori.
Per approfondire leggi anche: Come dare fiducia ai figli e costruire con loro una sana relazione
La presenza di un adulto di riferimento significa garanzia di sopravvivenza in termini di sicurezza, protezione, amore.
Quello che fin dal concepimento abbiamo vissuto, inevitabilmente, ha condizionato e condiziona tutt’ora la nostra esistenza.
Anche oggi, da adulti, potremmo ritrovarci a re-agire in base a programmi inconsci che ci portano a manifestare nella nostra realtà dei copioni che si ripetono ancora e ancora.
Guarire le ferite del passato ci richiede di non rinnegarle
Spesso, per non sentire la sofferenza che si origina in noi in determinati momenti della nostra vita, fuggiamo nel “fare” o ci distraiamo con altre modalità.
Il punto è che quel sentito ci chiede di essere visto e sanato. In quel dolore c’è il nostro bambino interiore ferito che ci chiede di essere accolto e amato.
Quella parte di noi ha bisogno di sentirsi riconosciuta, non giudicata o rinnegata.
Se veramente vogliamo guarire le ferite del passato necessariamente abbiamo da:
- Riconoscerle e accettarle: se non accettiamo le nostre ferite non possiamo nemmeno trasformarle. Non si può infatti guarire da un qualcosa che non si riesce a guardare in faccia.
- Assumerci la responsabilità della nostra felicità: più queste ferite sono vive e reattive in noi e più tenderemo a provare rabbia e risentimento verso quel genitore che riteniamo responsabile di averci fatto soffrire. Il punto è che continuare a guardare fuori con giudizio, ci farà istaurare delle relazioni disfunzionali anche nel nostro presente. Anche nel qui e ora tenderemo a guardare con quegli stessi occhi giudicanti il partner, i colleghi, gli amici, ecc.
Se vogliamo che la nostra vita sia costellata da rapporti armoniosi, per forza di cose abbiamo da assumerci la piena responsabilità delle nostre emozioni e della nostra felicità. Abbiamo da scegliere di “riscrivere” consapevolmente il nostro passato per vivere pienamente il nostro presente.
- Abbandonare la visione del “cattivo” e del “colpevole”: le persone, in ogni momento, fanno quello che possono. Non abbiamo né da essere d’accordo con i loro comportamenti né da giustificarli, abbiamo solo da comprenderli.
Questo è un passaggio fondamentale per la nostra vita perché ci permetterà di non alimentare queste ferite. Gli occhi con cui guardiamo fuori sono gli stessi con cui guardiamo noi stessi.
Se rimaniamo nel giudizio dei nostri genitori, o di chi ora ci porta a riattivare la ferita, inevitabilmente resteremo anche nel giudizio di noi stessi cosa che facilmente ci porterà ad autoalimentare le nostre ferite sentendoci ad esempio non all’altezza, non meritevoli, non adeguati, ecc.
Agire nel cuore per guarire le ferite del passato
Il modo in cui come bambini abbiamo percepito e vissuto il periodo dal concepimento in poi, inevitabilmente ha originato in noi diverse ferite emotive.
Queste, essendo nate nel periodo pre-verbale, non riusciamo a tutt’oggi né a verbalizzarle (mettertele in parole) né a ricordarle.
Eppure si trovano in noi, nel nostro corpo. Tendono a riattivarsi tutte le volte che entriamo in contatto con particolari eventi esterni.
Questo ci porta a reagire in modo spesso disfunzionale, generalmente con rabbia o passività, a ciò che ci succede, cosa che inevitabilmente avrà un impatto negativo nella relazione che abbiamo con noi stessi, gli altri e la Vita.
Smettere di reagire e arrivare a rispondere con assertività a ciò che accade è sicuramente possibile. Ci richiede però guarire le ferite del passato ricontattandole a un livello profondo.
Abbiamo da agire a livello del cuore, perché il dolore non si trova nella testa, ma nelle nostre cellule: nel nostro corpo e nella nostra Anima.
Per sanarle inevitabilmente abbiamo da accedere a questo luogo dove possiamo dare spazio, voce e diritto di esistenza a questa sofferenza, per poi lasciarla andare.
Guarire le ferite del passato ci richiede di mettere Amore dove adesso c’è solo tanta paura.
Non è sicuramente un percorso semplice, ma credo non sia semplice nemmeno vivere da un piano di reattività e sofferenza. Quello che possiamo fare, attraverso i prossimi articoli, è osservare insieme le ferite principali per riconoscerle e poi alla fine sanarle.
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